Nessuna spaccatura tra “ribelli” e non “ribelli”,
ma il rispetto delle “esperienze esistenti”, così come, la garanzia delle
gestioni dirette contestualmente ad un ragionamento “senza pregiudizi” sulla
possibile forma di gestione idrica: che sia pubblica o privata basta che costi
poco.
Il giorno dopo l’elezione del sindaco di Menfi a
presidente dell’Assemblea Territoriale Idrica, Vincenzo Lotà
si premura di garantire la volontà di “non lasciare nessuno indietro”
nel confrontarsi con una futura gestione del servizio idrico integrato.
“La prossima settimana –garantisce- sarà
eletto il nuovo Consiglio direttivo, perché con la votazione che ha visto
eleggere me ed Emilio Messana si è chiusa una tappa. Non c’era una spaccatura
tra posizioni diverse ma solo punti di vista differenti. Siamo stati eletti a
rappresentare tutti e 43 i comuni, pur nelle diversità e pluralità”.
Quali misure da mettere in atto?
“Innanzitutto la rivisitazione e
l’aggiornamento dell’attuale Piano d’ambito, e un controllo puntuale sul
sistema tariffario per i comuni consegnatari. Tutto dovrà partire da lì”.
Lo statuto non prevede, a prescindere il
passaggio alla gestione pubblica…
“Gli obiettivi sono scritti nero su bianco:
salvaguardare la situazione di chi già gestisce in modo diretto, per come
previsto dalla legge 19 del 2015…”.
La interrompo: ma come è possibile
garantire contemporaneamente le gestioni singole e un ragionamento unitario di
riduzione dei costi?
“Le leggi, le circolari e i regolamenti
europei prevedono gestioni plurime del servizio idrico integrato.
L’impostazione della gestione a livello locale la dovranno decidere i sindaci
su indicazione delle popolazioni. Per quanto ci riguarda, andremo ad una
verifica puntuale delle gestioni attualmente in vigore, sia dirette che
esternalizzate, e con molta serenità e nessun pregiudizio –ma nessuna
arrendevolezza-, ci confronteremo sul tema, anche con le associazioni di
cittadini. Questo applicando le leggi esistenti e senza attendere l’esito
dell’impugnativa. Se dovessero cambiare le leggi, vedremo”.
Ma come è possibile ridurre i costi se
non si mette in rete l’acqua esistente?
“Infatti il primo passo sarà il censimento
delle risorse e quantificare fabbisogno e dotazioni, perché dobbiamo conoscere
cosa possiede ogni Comune. Lo sforzo che un governo della gestione idrica deve
sostenere è salvaguardare le esperienze attualmente in atto, ma dove c’è da
mettere risorse in rete è necessario poterlo fare. Guardi, ribadisco: nessuno
resterà indietro. Assolutamente”.
Gioacchino
Schicchi, giornale de La Sicilia 07/05/2016